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SANT'ANDREA AVELLINO COMPATRONO DI PIAZZA ARMERINA ENNA,:


SANT'ANDREA AVELLINO COMPATRONO DI PIAZZA ARMERINA ENNA,

shadow Sant'Andrea Avellino Compatrono di Piazza Armerina Enna,

2° Santo Compatrono, Sant'Andrea Avellino a Piazza Armerina Enna Sicilia

Nel 1610 giungono da Napoli nella nostra Città, due Padri Teatini con una reliquia di Padre Andrea Avellino (1521-1608, battezzato Lancellotto, ha operato nella Casa teatina di S. Paolo Maggiore di Napoli).
La reliquia consiste in un ciuffo di barba che donano al sacerdote piazzese Andrea Trigona dei baroni di S. Cono Superiore. Questa reliquia diventa subito mezzo di guarigioni prodigiose e l'anno successivo a Platia, si registra l'arrivo continuo di confratelli Teatini napoletani, tutti discepoli di Padre Andrea a Napoli.
 Questi preti riformati, una volta giunti nella nostra Città, fondano la "Congregazione dei Ministrali (artigiani)" e, immediatamente dopo, la "Congregazione dei Nobili" e la "Congregazione Segreta dei Nobili Secolari e Sacerdoti".
Il buon esempio che danno i Padri Teatini convince tanti giovani di antiche e nobili famiglie piazzesi a ricevere il loro abito religioso presso la Casa Teatina dedicata a S. Giuseppe di Palermo (quella ai Quattro Canti). Nel 1619 due Padri Teatini milanesi, Gonfalonieri e Croce, fondano la "Congregazione dei Mercanti" che unisce sacerdoti, dottori, procuratori, notai, curiali e medici. Qualche anno dopo, nel 1624, arriva il Padre Teatino Giacomo Di Stefano, della provincia di Foggia e discepolo del Beato Andrea, che oltre a essere instancabile predicatore, consigliere, moderatore e prezioso paciere, opera molti miracoli per l'intercessione del suo maestro, tra i quali quello di preservare in parte la città dalla peste che sta facendo stragi nell'Isola.
Mentre ancora si contano i morti di peste, avuti soprattutto nel quartiere Canali, nel 1626 il Senato Cittadino insieme al Consiglio Cittadino degli Ottanta, al Clero, ai Magistrati e a tutto il popolo, proclamano il Beato Padre Teatino Andrea Avellino secondo compatrono della Città, dopo la patrona Maria SS. delle Vittorie e il primo compatrono S. Vincenzo Ferreri.
Per l'occasione il pittore Antonino Cinniardi inizia a dipingere il quadro che oggi possiamo ammirare presso la Pinacoteca Comunale.

Il quadro, di cui mostro un particolare nella foto in alto, restaurato nel 2008, raffigura Sant'Andrea Avellino (dichiarato Beato nel 1624 e Santo nel 1712) insieme a Maria SS. delle Vittorie con a dx in basso la seconda veduta della città dall'ex borgo Casalotto.

Nel 1642, in seguito al manifestarsi di ulteriori miracoli di un altro Padre Teatino, S. Gaetano da Thiene, vengono scolpite due statue in pietra calcare del luogo che rappresentano i due Beati e quindi collocate ai lati della Porta di S. Giovanni Battista.
Questa collocazione, proprio in questa porta della cittì, ha due motivi. Il primo è quello che la porta si trova a pochi passi dalla Casa Teatina fondata nel Piano Patrisanto nel 1609, il secondo è che questa porta è la prima e la più comoda che incontrano i forestieri che vogliono entrare in città, pertanto le due statue dei Santi la proteggeranno da eventuali epidemie portate dall'esterno.

Nel 1731 il Senato Cittadino fa scolpire una lapide commemorativa (foto in basso), recuperata e oggi murata sotto il portico del Collegio dei Gesuiti sede della Biblioteca Comunale, dove si ricorda la venerazione verso il 2° compatrono, dichiarato protettore del Regno delle Due Sicilie e invocato contro la morte improvvisa (epilessia).

Nel 1848 viene abbattuta la Porta di S. Giovanni Battista per l'ampliamento della Strada del Principe (oggi via Garibaldi), le due statue ai lati sono spostate prima presso la Commenda, lì vicino, poi tra il 1961 e il 1965 poste ai lati del portone della chiesa di S. Lorenzo o dei Teatini, dove si trovano tuttora.
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¹ Una delle sette porte da me individuate.

foto: Particolare del quadro di S. Andrea Avellino in Pinacoteca Comunale


SANT'ANDREA AVELLINO COMPATRONO DI PIAZZA ARMERINA ENNA,

Informazioni article by:
GAETANO MASUZZO, Piazza Armerina
Gaetano Masuzzo

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